“Per vivere la spiritualità e la realtà della vita dovremmo imitare gli alberi con i rami alti che sfiorano il cielo e le radici aggrappate profondamente alla terra.”
[Romano Battaglia]
Pensiero magico e pensiero adulto
Quando parliamo del pensiero, facciamo implicitamente riferimento ad una facoltà raziocinante propria degli uomini adulti e la riteniamo antitetica alle azioni impulsive frutto del pensiero magico dei bambini. Diamo per acquisita e vera una equazione estremamente riduttiva: pensiero uguale a logica e razionalità. Il pensiero dell’ adulto definito pensiero ipotetico deduttivo è considerato come il pensiero umano per antonomasia. La sua modalità- struttura è la matematica e la statistica e il prodotto finale di tale meccanismo è la tecnologia. Per la verità abbiamo capito da tempo che questa modalità ha in sé qualcosa di “diabolico” ma non riusciamo a fermarci. Scriveva U. Galimberti “Pensiamo che la tecnica sia uno strumento del quale noi deteniamo le chiavi. In realtà la tecnica ha sostituito la natura che ci circonda e costituisce oggi l’ambiente nel quale viviamo… ma la tecnica non tende a uno scopo, non svela verità, la tecnica ‘funziona’”.
Eppure qualcosa non ci risulta vero, anche su un piano strettamente obbiettivo, basta che ci guardiamo, semplicemente da un punto di vista biologico. Non siamo fatti solo per il pensiero razionale, solo per produrre: abbiamo bisogno di altro. Guardiamoci. Sappiamo per certo che emisfero sinistro dell’encefalo sovraintende e regolamenta il pensiero logico, ma l’emisfero destro, la parte dell’encefalo che qualcuno definisce il “cervello poeta” a cui spetta la percezione complessiva degli stimoli interpretandoli su un piano emotivo e dove il motore propulsivo è l’inconscio, è grande quanto quello sinistro.
Non aveva ragione J. Piaget, uno dei primi studiosi del pensiero magico il quale sosteneva che questa modalità del pensiero magico è presente sia nel bambino che nella mente dell’uomo adulto come un residuo e strascico di tipo primitivo. Questa modalità lui diceva che dovrebbe poi scomparire completamente una volta raggiunti i livelli del pensiero adulto, cioè operatorio, concreto e formale. Come lui lo definiva appunto, un pensiero di logica ipotetico deduttiva.
Definizione ormai un po’ troppo riduttiva, anche per i cognitivisti più ortodossi. Scrivevano la Giusberti F e Nori R. “l’osservazione delle scelte in situazioni quotidiane è stata una preziosa fonte di studio che ha mostrato la frequente violazione di principi e di regole proprie della razionalità, mettendo in evidenza il ripetuto ricorso anche a forme di ragionamento che rientrano nella sfera del cosiddetto pensiero magico, o pensiero quasi-magico”.
L’uomo, adulto o no, non può fare a meno del pensiero magico che è parte di lui.
Il pensiero magico e la quotidianità
Il problema che si pone è cosa facciamo per alimentare, educare ed utilizzare nel migliore dei modi questa forma di pensiero. Troviamo giusto e doveroso aiutare i nostri figli a sviluppare la logica e le scienze ma cosa facciamo per coltivare e sviluppare la nostra parte magica e soprattutto a cosa serve?
L’ alimento al pensiero magico non viene lesinato ai bambini, se non in alcuni casi che sfiorano il patologico. ai bambini: gli raccontiamo favole, li facciamo giocare all’aperto, se possiamo li portiamo al mare e in montagna. Capiamo che hanno bisogno di “aria buona” ma, in realtà non ossigeniamo solo i loro polmoni, alimentiamo il loro inconscio, l’anima. E’ quella che ha bisogno di aria pulita, è quella che deve respirare e noi adulti lo sentiamo.
I guai iniziano nel momento che il bambino va a scuola. Subentra un’ unica valutazione: il profitto scolastico. Il bambino viene valutato in funzione del numero di nozioni che impara e forse questo ci spiega perché abbiamo così tanti bambini dislessici. Sono bambini che non ce la fanno ad accettare regole così strette. Hanno bisogno di continuare a “volare alto”. Respirare solo il linguaggio della logica li soffoca. La loro mente “tossisce continuamente” e perde il passo.
Lo sapete che in Finlandia il Parlamento ha votato una legge che prevede che dal 2016 i bambini non potranno più scrivere in corsivo ma solo in stampatello? Il motivo: il bambino utilizzerà il suo tempo per imparare ad utilizzare il PC, il Tablet, ovvero, la tecnologia. Peccato che l’abbandono del corsivo a favore dello stampatello, più pratico e omologato, avrà conseguenze nefaste sullo sviluppo emotivo e cognitivo delle nuove generazioni. La Professoressa Ursula Bredel, dell’Università di Hildesheim, famosa germanista, afferma: “disimparare a scrivere in corsivo ha delle conseguenze negative sulla correttezza formale del parlare e scrivere, infatti la scrittura manuale è un processo legato alla capacità di coordinamento motorio”. Ma c’è di più, soprattutto da un punto di vista simbolico. Ogni grafologo sa che quando scriviamo in corsivo ci rappresentiamo e nel tracciato sul foglio vi è la nostra impronta psichica e non solo. Il corsivo è una scrittura dove vi sono “i legami”. Le lettere in corsivo si legano l’una all’altra e lo spazio che c’è tra una lettera e l’altra rappresenta lo spazio mentale che diamo agli altri. Guardate la scrittura degli adolescenti che sono naturalmente egoisti, lo spazio tra una lettera e l’altra e quasi assente e a volte le lettere si sovrappongono. Imparare a trovare uno spazio per gli altri e rappresentarlo quando scriviamo, ha un’importanza formativa fondamentale. La scrittura stampatello non ha legami.
Lo stampatello è la scrittura che rappresenta l’autismo, l’isolamento, il narcisismo. Obbligare ad utilizzare solo quella, mi sembra folle.
Il pensiero magico e l’anima.
Ciò che voglio dire è che dentro di noi esiste una parte sommersa, non consapevole che è però la nostra fonte di energia, la vera potenza che ci alimenta: l’inconscio che io preferisco chiamare come Hillman, l’ anima. Per usare una suggestiva metafora proprio di Hillman, il nostro inconscio è come un giardino e scriveva : “ Il giardino con questo delicato e sapiente intreccio di selvatico e di controllato, di spontaneo e di modellato, è una metafora della nostra psiche … Tutto ciò che accade nel giardino, nell’arco delle stagioni, accade anche nella psiche”. Jung stesso ha usato la metafora del giardino e scriveva “ il giardino con i suoi punti più luminosi e quelli più nascosti, è la psiche oggettiva” e aggiungeva , “ Gli angoli più nascosti( del giardino), magari i più trascurati sono i suoi punti di forza, da cui attingere energia nei momenti di maggior vulnerabilità”.
Per Hillman e per Jung, queste parti nascoste, dimenticate, ancora selvatiche che si esprimono in quello che è il pensiero primario o pensiero magico, hanno in sé l’energia e la potenza per salvarci , rinnovarci.
Certo, so bene quanto sia difficile da un punto di vista clinico, ma direi nel quotidiano, trovare un equilibrio tra un pensiero magico rigenerante e un pensiero magico che potrebbe annientarti in una dimensione delirante. Non è retorica se paragono il pericolo mortale che è insito in questo equilibrio con quello che lo scienziato affronta maneggiando l’energia atomica, una energia che ci può salvare ma anche distruggere. La stessa che affrontano i biologi maneggiando le cellule staminali, cellule totipotenti che ci possono guarire o degenerare in tumori.
Ora si può capire perché, abbiamo tutti così paura del bambino che è in noi. Preferiamo scrivere in stampatello, scafandrarci dietro comportamenti rigidi e omologati e non sappiamo che in questo c’è la nostra condanna.
“«In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” Matteo 18, 3
Buon Natale a tutti.
Non sono psicoterapeuta ma mi appassiono a questi temi. Per mia esperienza personale posso dire che, solo quando sono riuscIta ad uscire daĺla gabbia della razionalità logica a tutti i costi, ho potuto vivere esperienze che non avrei mài creduto fossero possibili.
Da allora ho preso coscienza almeno in parte delle potenźialita’ della nostra Anima e una serenità più matura è calata in me.
Quello che fa parte della realtà sensoriale non è l’unico ambito nel quale l’uomo, se ascolta l’Anima, può agire e Lasciare la propria impronta.
L’Anima nostra e la percezione di queĺla altrui è il legame piu vero e profondo che ci fa partecipi della realtà esistenziale, paradossalmente siamo tutti intimamente uniti da qualcosa di impensabilmente non razionale
Grazie e buona ricerca
Grazie per averci raccontato la sua esperienza
Grazie, ricambio gli auguri. Quest’anno in famiglia abbiamo avuto una nipotina, il che ha comportato che la famiglia del padre della nipotina passasse il Natale da noi. Questa nascita ha cambiato tutto. L’energia che porta con sè un bambino è incredibile, e ha avuto il potere di far unire due famiglie, che hanno bevuto e brindato alla salute della nuova nata. Non più visi un pò mesti e soliti discorsi stantii, ma sorrisi, brindisi, giochi di carte e pacchi di regali che la bambina buttava in ogni dove creando disordine e felicità. Ora forse capito il significato della nascita di Gesù, che rivoluzionò il mondo, e delle parole di Matteo che lei cita, proprio nella semplicità della nipotina, ma anche della grandiosa forza e richezza che c’è in una vita che nasce.
Grazie della testimonianza e, auguri anche a Lei Davide